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La mostra di Silvia Rastelli alla Galleria Biffi Arte di Piacenza

Si apre alla Galleria Biffi Arte la prima antologica piacentina di Silvia Rastelli: una affascinante ricognizione dei temi più cari all’artista e vicini alla sua sensibilità, a cura di Fortunato D’Amico. In mostra, oltre ai ritratti, una serie di istallazioni che compongono il complesso percorso di ricerca della giovane artista piacentina, sviluppato attorno al concetto di identità (anche e non solo femminile) con tutti i suoi estuari e le sue complessità.
Figlia d’arte, Silvia Rastelli esordisce giovanissima sollevando l’interesse di Stefano Fugazza che ne coglie tutta l’intelligenza artistica:
“Silvia Rastelli si muove coerentemente, dando vita a un mondo visivo in cui, più che l’intera figura umana, compaiono porzioni di un volto, in cui un unico occhio si spalanca, lievemente sgomento di fronte all’irrazionalità e all’insensatezza che là, fuori dal sé, sembra prevalere”.
E’ già a fuoco il tema del “frammento”: partendo dal presupposto per il quale concepiamo la realtà in forma fratta, Silvia Rastelli dà vita a una sorta di distopia in cui la figura umana si muove a piccoli pezzi. Un concetto su cui Rastelli costruisce, come ancora rileva Fugazza “una riflessione di ordine espressivo: un’indagine dentro le forme, circa il rapporto tra la forma e lo spazio, circa la corrispondenza tra i colori. Un’indagine, tuttavia, non fine a sé stessa, non ammalata di tecnicismo ma attenta anche alle ragioni dei sentimenti, all’ascolto delle emozioni”.
E accanto a una ispirazione sensibile, si muove una capacità tecnica matura e consapevole, che lavora su stesure cromatiche contrastanti a cui il supporto, in dialogo con le ombre, aggiunge spessore. E della sua tecnica scrive Francesco Poli: “Queste opere, con solidi confini quadrati o rettangolari, nascono dalla combinazione fra tre fondamentali componenti che interagiscono fra loro in modo equilibrato e sinergico: il disegno, la superficie del supporto, e il colore.
Il disegno in bianco e nero, tracciato a graffite, emerge dalla chiara superficie lignea che viene percepita come l’incarnato dei volti, e viene circoscritto dalle stesure cromatiche che funzionano da sfondo, e che sono altrettanto essenziali nell’economia complessiva della composizione, come indispensabile contrappunto”.
Un percorso delicato eppure potente, che trova la sua sintesi più eloquente nella chiosa di Fortunato D’Amico: “La poetica di Silvia Rastelli, intensa, immensa, profondamente ancorata ad una sensibilità attenta a ristabilire equilibri sociali e sentimenti di solidarietà, abbraccia tutta l’umanità in un corale respiro pittorico”.

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